sabato 28 agosto 2010

Le acconciature femminili del primo Rinascimento





La varietà delle acconciature nel XIV secolo, fu praticamente infinita ed affidata alla fantasia individuale. Tanto era l’amore per la chioma fluente e ben pettinata che - nonostante le rampogne dei predicatori che volevano che le donne uscissero velate in modo tale da non rendersi ulteriormente attraenti per gli sguardi maschili – le signore non esitarono a mostrarla. Era usanza che le giovinette portassero i capelli raccolti in una lunga coda sulla schiene, mentre le donne sposate se li raccoglievano con molta eleganza. Durante il ‘400 si possono delineare tre linee stilistiche: all’inizio del secolo i capelli furono rasati a metà cranio (a raschiatoio) e raccolti sulla nuca in trecce raccolti con nastri e bende inframmezzati da gioielli; verso la metà del secolo, in armonia col sobrio gusto rinascimentale, l’usanza della depilazione scomparve. I capelli furono spartiti sulla fronte in due bande simmetriche e raccolti sulla nuca in trecce o rotoli, lasciandosi sfuggire qualche ciocca asimmetrica. Alla fine del secolo si ritornò alla semplicità; i capelli furono raccolti a cuscino sulla nuca e racchiusi in una reticella.

Ed ecco alcune pettinature caratteristiche del periodo: una via di mezzo tra l'acconciatura e il copricapo fu il Balzo, tipicamente italiano e usato nella prima metà del secolo. Di forma rotondeggiante, era fatto con tessuti preziosi avvolti a turbante, oppure coi capelli acconciati attorno a un sostegno. Caratteristica del Balzo era che partiva dalla metà del capo rasato ed era spostato interamente all'indietro. La stessa forma massiccia e circolare del Balzo, ma assai più piatta, era propria delle Ghirlande di penne di pavone. Nella Firenze quattrocentesca esisteva il mestiere di "Ghirlandaio", da cui il soprannome con cui fu chiamato il noto pittore Domenico Bigordi, figlio di uno di questi artigiani.

Dal 1450 al 1470 circa, molte italiane portavano un’ acconciatura fantastica detta Sella, a forma di due alte corna, di probabile origine francese. Le corna avevano una sorta di castelletto metallico che le reggeva e attorno a cui si intrecciavano i capelli.

Alla fine del secolo era sempre di moda la pettinatura a coda, raccolta in una lunga treccia avvolta con nastri e perle, che partiva da una preziosa cuffia gemmata aderente al capo. Questa foggia detta “coazzone” fu inventata da Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro.

Queste forme curiose e sfarzose non sfuggirono alle rampogne dei predicatori. San Berbardino da Siena tuonava: “Egli mi pare di vedere ne’ capi vostri tanta vanità che mi pare un orrore: ch’il porta merli, chi a torre in fuore. Grande malignità e peccato è – credetemi – portare tanta roba in capo…o donna del tuo capo ne hai fatto un Iddio, e così ne fai tu madre del capo della tua figliola. So anche di quelle che hanno più capi che’el diavolo; ogni dì mutando un capo di nuovo…Io veggo tale chi porta il capo a trippa, ch’il porta a frittella, chi a taglieri, chi a frappole, chi l’avviluppa in su e in giù”.

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